La Coppia

02.01.2019

Il bisogno di trovare un partner con il quale passare il resto della vita è un bisogno ancestrale, si rifà al bisogno di essere amati e non sentirsi sola. Facciamo quindi attenzione alla paura di perdere l'oggetto d'amore in quanto si potrebbe arrivare a reprimere la propria libertà personale, espressa per timore di essere lasciati.

L'essere umano non deve mai rinunciare alla sua libertà, non deve permettere mai ad un altro essere vivente (che sia egli l'altra metà della mela o no) di avere il 100% del controllo su di se. La maggior parte delle persone è abituato a dare e dare per paura di perdere quel che crede essere l'amore della sua vita, finché non è del tutto svuotata. Questo è il più facile e grande errore a cui si va incontro, per evitare ciò, dobbiamo iniziare a comprendere quello che si vuole senza dover mai scendere a compromessi per ottenerlo.

Per fare ciò è fondamentale la comunicazione nella coppia, al giorno d'oggi sempre più difficile, un problema sottovalutato ma fondamentale e molto ampio, perché nella coppia tutto è comunicazione: presenza e assenza, gesti, parole e silenzi, abitudini belle o brutte, ritardi o puntualità... Tutto è comunicazione perché può suscitare reazioni, sentimenti, emozioni, ansie, chiusure, sorrisi... E' comunicazione perché concorre a costruire o a appesantire la relazione.

Le coppie parlano molto. Soprattutto all'inizio del loro rapporto, durante l'innamoramento, quando si hanno tante cose da dire e si ascolta tutto quello che l'altro racconta. In questa fase parlare e ascoltare risulta semplice. Ci sembra di comprendere bene quello che l'altro dice, parlare e ascoltare, sono necessari a creare un intimità.

Quando la vita diventa quotidiana la comunicazione si fa più essenziale. I ritmi delle giornate permettono spazi di comunicazione brevi, ordinari, spesso legati ad avvenimenti o fatti esterni. Ci si racconta come è andata la giornata, le cose che abbiamo fatto o che dobbiamo fare, ci si organizza. Una delle difficoltà che le coppie sposate lamentano è che si parla poco tra noi. Il più delle volte pensiamo di conoscere bene l'altro, spesso crediamo di sapere già dove andrà a parare appena inizia a parlare, senza mettere in conto che le persone evolvono, cambiano i loro pensieri e il loro mondo interiore.

Perché si costruisca il noi occorre che ci sia un io ben definito e un tu. Occorre che io conosca chi sono, valore e limiti, e abbia acquisito una certa familiarità col mio mondo interiore. E' anche importante che la comunicazione tenga conto dell'altro. È a lui o a lei che voglio dire quella cosa che mi sta a cuore e questo a volte non succede perché parliamo semplicemente a noi stessi ad alta voce nella speranza che l'altro comprenda. La comunicazione è fatta di parole e ascolto. Senza queste due realtà c'è monologo che porta alla disgregazione della diade, alla non comprensione reciproca, a sequenze di comunicazione disfunzionali che possono essere riequilibrate se c'è volontà da entrambe le parti e se si richiede l'intervento di un aiuto esterno avente il compito di mediatore.

               SCRITTO DA DOTT.SSA IRTA DODANI
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